Oltre 5.000 persone ieri sera (giovedì 16 agosto) ad Asiago hanno affollato Piazza Carli e dintorni per ascoltare il concerto gratuito di Alex Britti – organizzato da Radio Company e Radio 80, con il patrocinio del Comune di Asiago - che ha concluso alla grande la giornata tradizionalmente dedicata alla Festa del Prunno.
Tutto è cominciato nella sala consiliare del municipio, una sessantina di giovani musicisti appartenenti a 24 band dell'Altopiano, hanno potuto incontrare Alex Britti, il quale ha ricevuto dal vicesindaco e assessore al turismo Roberto Rigoni e dal consigliere comunale Franco Sella la targa di “Stella dell'estate 2007” (che l'anno scorso era stata consegnata al cantante Cesare Cremonini). I ragazzi hanno potuto chiacchierare e scambiare opinioni con il chitarrista romano, molto disponibile nei confronti dei suoi giovani estimatori.
Alle 22 circa è stata la volta dello spettacolo pirotecnico, dopodiché sul palco è salito Alex Britti, con il suo “blues del Tevere”, fiume - ha spiegato - meglio si addice alla sua musica dell’originale Mississippi. Un concerto piuttosto interessante, sia per gli appassionati della sua musica che hanno potuto ascoltare gran parte dei suoi successi più famosi (più un inedito in anteprima), sia per chi ama la musica in generale. Britti infatti si è confermato musicista a tutto tondo, con una preparazione di notevole livello sia dal punto di vista compositivo che tecnico. Molti brani infatti hanno visto parti o assoli di chitarra acustica veramente notevoli da parte di Britti.
La serata è iniziata con l’animazione di Radio Company, chiusa da un bello spettacolo di fuochi artificiali al termine del quale, poco prima delle 22.30, Alex Britti è salito sul palco, mostrando sin da subito le sue due anime di musicista. Una più introversa e delicata, l’altra più allegra e festaiola, con il denominatore comune del blues che, più o meno marcatamente, attraversa tutte le sue canzoni. Proprio il blues - e pure il jazz - sono alla base della preparazione e della passione del musicista, che con una simile e solida tecnica alle spalle ha creato canzoni “pop” di indubbio peso e fattura.
Addirittura, a metà della sua esibizione (durata quasi due ore) ha suonato una lunga parte di blues vero e proprio, annunciandolo - come si citava poc’anzi - come “blues del Tevere”. E se qualcuno aveva qualche dubbio sulle sue capacità alla chitarra, a quel punto se le è dovute rimangiare appieno...
Il concerto è partito sommessamente, con Alex Britti che, affiancato da ottimi musicisti, è andato sempre più carburando, con brani come “Nomi”, “Gelido” e “Solo una volta (o tutta la vita)”. La seconda metà dell’esibizione è stata un crescendo di emozioni ed energia, con brani come l’allegra “Dendedendendenden”, per la quale ha chiesto la collaborazione del pubblico; “7000 caffè”, sulla stessa linea, mentre la fantastica “Oggi sono io” (interpretata qualche anno fa anche da una certa Mina, a conferma del valore della composizione...) ha toccato corde di grande intensità, sia per quanto riguarda la musica che le parole.
Veramente grande il finale, con canzoni come “La vasca” e “Lo zingaro felice”, alle quali ha affiancato la novità: “Favole”, un brano blues veloce non ancora registrato, nato qualche mese fa dalla considerazione che, leggendo la stessa notizia su quotidiani diversi, spesso si trova un’interpretazione diversa. E Britti ha voluto fare la stessa cosa ma... con le fiabe, interpretando Biancaneve o Cappuccetto Rosso alla sua maniera.
Nel finale Alex Britti si è divertito a “giocare” con i bis, etichettandoli come una “bugia”: è inutile fare la farsa, ha detto, di uscire dal palco dicendo che il concerto è finito, per poi tornare a completare una scaletta già preimpostata: “Facciamo così: noi siamo già usciti, ci avete richiamato e suoniamo i bis”. Una presa di posizione all’insegna della trasparenza, che riflette in poche parole anche la sua vena artistica, chiara e senza trucchi. Le sue canzoni non sono “lagnose”, né i suoi testi sono assurdità costruite per la sola metrica, anzi. Sono brani onesti, sentiti e ben composti da un musicista che dà importanza alle parole così come alla musica.