Giovanni Forte Sceran - En Plein Air, Il Vero Altopiano
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3 Gennaio - 13 Aprile 2009
Una mostra per raccontare un artista e i luoghi della sua pittura: il suo Altopiano. Il progetto della mostra che presentiamo vuole essere un omaggio ad un artista e alla sua terra, un piccolo gesto dedicato al Genius Loci di un’isola qual’è l’Altopiano.
È un’occasione rara e preziosa perché il lavoro di Giovanni Forte ha raccontato in oltre sessant’anni di pittura l’anima, l’essenza e la memoria delle sue montagne.
Raccontare Giovanni Forte Sceran e la sua storia di artista è quindi raccontare Asiago, le sue contrade e la vita della gente che le abitava.
L’artista nasce a Bolzano Vicentino nel 1916 dove la sua famiglia si era rifugiata lungo le strade disperate del profugato della Grande Guerra. La nascita di Giovanni Forte lontano da Asiago (scrive Sergio Bonato) è quasi il simbolo del suo rapporto profondo, vitale e martoriato, con i suoi monti. Una volta terminata la guerra i suoi occhi videro per la prima volta un Altopiano distrutto e rimase senz’altro colpito dalla forza e dalla determinazione della sua gente nel riappropriarsi della propria terra.
Durante l’infanzia passa molto tempo con il padre, lo accompagna a caccia e attraverso i suoi insegnamenti comincia a conoscere la natura e i segreti del bosco. Dopo le Elementari frequenta la scuola di Arti e Mestieri appassionandosi sempre più istintivamente al disegno. A 13 anni, deve rinunciare alla prospettiva di proseguire gli studi d’arte per dedicarsi, in aiuto del padre, al lavoro nel laboratorio e negozio di scarpe di famiglia.
Alla pittura sono riservati i momenti liberi in cui Giovanni Forte prende gli sci, due tele e una cassetta di colori per salire in montagna ed immergersi nella natura. Per lui, racconta nell’intervista rilasciata al critico Paolo Rizzi, era vitale il contatto diretto con la natura e quindi dipingeva quasi sempre le sue montagne dal vero, come si dice, en plein air.
La natura era la sua maestra, anche se in gioventù aveva avuto insegnamenti tecnici dal pittore Attilio Polato, Giovanni Forte Sceran non ha mai avuto autori di riferimento e si era volutamente estraniato dal mondo della pittura. Questo ha fatto in modo che la sua ricerca fosse autentica, vera, attaccata alla sacralità della propria terra che ha voluto raccontare perdendosi nella nostalgia del passato, immergendosi nella massa scura dei boschi.
La sua pittura ha conservato negli anni sempre lo stesso candore, a volte l’incantata ingenuità e lo stupore di chi partecipa estasiato allo spettacolo della natura e dei mutamenti delle stagioni.
Guardare all’opera di Giovanni Forte Sceran vuol dire guardare l’altopiano con gli occhi di chi ha saputo raccontarlo nella sua profondità: i prati, i boschi, ma anche quel piccolo mondo che era il paese, le contrade intorno con gli orti e le case. Piccoli frammenti di una realtà qui spesso ancora viva e mai perduta.
Giovanni Forte Sceran è mancato nel 1999.
GIOVANNI FORTE SCERAN - EN PLAIN AIR, IL VERO ALTOPIANO.
Nell’intervista del critico Paolo Rizzi a Giovanni Forte presentata nella sua ultima monografia l’artista dichiarava: “Nessuno ha influito sulla mia pittura. I Ciardi dipingevano i paraggi della loro villa; io mi recavo in montagna, volevo dipingere il vero Altopiano, fuori dalla cosiddetta civiltà. Le cose autentiche, il senso della terra, l’humus, la natura. Era la natura la mia maestra.
É da queste parole che si aggancia il progetto della mostra da dedicare a Giovanni Forte, che non vuole essere una semplice raccolta ordinata delle sue pitture, ma vuole essere un occasione per raccontare l’Altopiano attraverso nuovi occhi, gli occhi di un artista che in tutta la sua vita non mai ha smesso di rendergli omaggio.
Attraverso le opere di Forte andremo a scoprire le vette innevate e la luce intensa delle nevi invernali, i colori caldi della terra che circondavano le contrade nei pomeriggi d’autunno. Cammineremo con lui attraverso i boschi e i prati dove amava dipingere en plain air.
Dalle Ave ai Meltar, dalla casara dei Maus alla Lamara, dai posterni ai Pölsen fino ai margini della Vecchia Asiago. E ancora i boschi, gli orti e le baracche dietro le case, fino ad arrivare alle vedute più intime e nascoste della natura. La mostra ci consentirà di esplorare e approfondire il grande patrimonio naturale e architettonico dell’Altopiano. Il lavoro di Forte, è una preziosa testimonianza dell’Asiago di un tempo e l’insieme delle sue opere costituiranno una narrazione magica della vita di allora.
RACCONTARE L’ARTISTA.
La mostra è anche un doveroso omaggio a Giovanni Forte e alla sua arte. Sicuramente, il gesto più importante per celebrare il suo lavoro è quello di raccontare il suo Altopiano e i luoghi della sua pittura, i posti che per lui sono stati i più importanti, quelli legati alla sua memoria e ai suoi affetti. Per questo il progetto di mostra vuole anche raccontare la vita dell’artista e lo vuole fare raccogliendo il materiale fotografico e personale messo a disposizione dagli eredi. L’obiettivo del fotografo Sandro Brazzale ha spesso colto l’amico pittore intento alla pittura en plein air. Forte con i suoi sci, lo zaino, le due tele e la cassettina dei colori, sono spesso ritratti immersi nello spettacolo della natura dell’Altopiano.
UN’ESPOSIZIONE DI OLTRE 100 OPERE RACCOLTE DAGLI EREDI DI GIOVANNI FORTE, MOLTE DELLE QUALI MAI ESPOSTE AL PUBBLICO.
La mostra in progetto interessa la maggior parte della produzione artistica di Forte grazie alla grande opportunità offerta dagli eredi dell’artista. É noto come Forte sia stato un artista schivo e il suo autentico amore per la pittura non l’ha spinto mai al commercio e alla diffusione della sua arte. Molte sono le opere presenti in collezioni pubbliche e private, ma moltissime sono anche quelle rimaste di proprietà della sua famiglia.
Un autentico tesoro di oltre cento dipinti, molti dei quali pubblicati nelle recenti monografie dedicate all’artista, ma anche moltissime opere inedite e mai esposte in nessuna mostra.
Grazie a questa collezione e alla preziosa collaborazione degli eredi nasce un progetto di mostra che interessa a tutto tondo la vita e la crescita artistica di Giovanni Forte.
IL LUOGO DELLA MOSTRA E IL PROGETTO DI ALLESTIMENTO. - IL MUSEO LE CARCERI DI ASIAGO.
Il Museo Le Carceri di Asiago è senza dubbio il luogo più importante per raccontare e celebrare il lavoro di Giovanni Forte Sceran. Il suo impianto connotato da un grande salone centrale a doppia altezza collegato all’insieme delle piccole celle laterali costituisce un percorso di mostra estremamente permeabile e fluido.
Non esiste un percorso obbligato e si può fruire liberamente di tutte le piccole sale mostra dal grande corridoio centrale.
Questo schema tipologico suggerisce un percorso di mostra non necessariamente lineare e quindi il visitatore potrà conoscere il lavoro dell’artista e il suo Altopiano attraverso diverse ambientazioni indipendenti non strettamente collegate l’una alle altre.
Il progetto di allestimento è strettamente correlato con il tema della mostra: raccontare l’Altopiano attraverso gli occhi dell’artista, quindi attraverso l’opera di Giovanni Forte. I luoghi della pittura di Forte saranno così suddivisi per diverse aree tematiche ognuna delle quali troverà collocazione nelle diverse piccole sale laterali.
Dalle contrade ai boschi, dalle silenziose malghe coperte di neve alle nature morte dedicate ai frutti della natura selvatica. Idealmente ci potrà essere una stanza dell’autunno, una stanza della neve, una stanza del bosco, come una degli animali.
Nel grande salone di collegamento invece, le opere di scena, quelle dedicate all’Asiago di Giovanni Forte e ai suoi dintorni. Percorrere il salone centrale sarà come trovarsi davanti a tante finestre aperte sul paesaggio e sul tempo che ha segnato il paese e la sua gente.
La mostra dedicata a Giovanni Forte raccoglierà anche parte degli oggetti personali messi a disposizione dagli eredi (dagli sci, al cavalletto e ai pennelli e colori per la pittura), oltre che una selezione delle bellissime opere di artigianato alle quali l’artista ha dedicato buona parte del suo lavoro.
I mobili, i lavori a sbalzo e altri oggetti saranno esposti secondo un preciso progetto di allestimento che si sovrappone alle quinte sceniche delle opere appese in parete.
Seguendo questo intento verranno progettati e realizzati supporti e pedane per esporre e presentare al pubblico i preziosi oggetti nati dalla creatività di Giovanni Forte.
La disposizione delle opere, il progetto di pareti e pedane e la connotazione delle sale sarà individuata una volta archiviati e documentati tutti i pezzi provenienti dalle diverse collezioni.
IL PROGETTO CRITICO: L’ARTE DI GIOVANNI FORTE E UN QUADERNO SULL’ALTOPIANO.
Per raccontare e fare conoscere al pubblico il complesso mondo di un artista è necessario il lavoro di uno studioso, di un esperto d’arte. Il critico con la sua lente intellettuale andrà ad indagare sulle opere, sulla vita e sull’ambiente dell’artista per poi spiegare e divulgare al grande pubblico quella che è stata la sua opera.
Il progetto critico della mostra verrà curato dalla dr. ssa Maria Lucia Ferraguti, alla quale sarà affidato il compito di presentare per la mostra una accurata analisi della produzione artistica di Forte.
Coerentemente al progetto di mostra, con l’obbiettivo di fare dell’Altopiano il centro dell’evento, il progetto critico viene esteso in un vero e proprio quaderno sui luoghi della pittura di Forte. Quindi, oltre a raccontare l’artista, racconteremo il suo ambiente e la sua storia. Il quaderno è inteso come uno strumento di studio e di approfondimento sul tema, una sorta di taccuino che raccoglie a tutto tondo gli appunti dei curatori della mostra.
A fianco del progetto critico che interviene sul profilo artistico ed estetico è previsto uno studio dello storico dr. Giancarlo Bortoli, che si servirà dei dipinti di Forte per raccontarci l’Altopiano di un tempo: i lavori, le stagioni, la conformazione architettonica dei paesi e delle contrade.
Infine, la raccolta della documentazione fotografica sull’artista messa a disposizione dagli eredi, sarà un’utile guida visiva sui luoghi della pittura di Forte, i posti che amava e dove dimorano i suoi ricordi.
LA COMUNICAZIONE DELLA MOSTRA.
Ogni mostra deve offrire al fruitore la sua perfetta leggibilità e riconoscibilità.
All’evento sarà quindi dedicato un vero e proprio studio di immagine coordinata e di identità visiva, un progetto guida che determinerà i principali elementi grafici e visivi presenti in tutti i veicoli di comunicazione.
Dalla pubblicizzazione della mostra al progetto di allestimento, ogni parte sarà coordinata alle altre e l’insieme costituirà un percorso visivo leggibile e ordinato.
Il progetto di comunicazione di massima prevede la realizzazione di manifesti, inviti, deplian oltre che la pubblicazione di un quaderno (piccolo catalogo) che sarà a disposizione dei visitatori maggiormente interessati ad un approfondimento della mostra.
La progettazione andrà ad interessare anche tutti gli elementi di allestimento e di guida alla mostra, fino ad arrivare alla stesura e alla realizzazione delle cartelle dedicate alla critica e alla stampa specializzata.
UNA MOSTRA PER LA DIDATTICA.
Seguendo gli obiettivi del progetto, la mostra vuole anche essere un prezioso strumento per la comunità altopianese, un mezzo per scoprire e conoscere il lavoro di un artista importante che ha raccontato la loro terra.
Per questo, l’evento sarà strutturato come un vero e proprio laboratorio didattico attraverso il quale sarà possibile conoscere la vita di Giovanni Forte e la storia dell’Altopiano. Infatti, la mostra sarà completata da una serie di interventi che permetteranno al visitatore di ammirare i dipinti e contemporaneamente di immergersi nell’ambiente dell’artista, di conoscere i luoghi della sua pittura così come erano un tempo. Questi interventi saranno principalmente costituiti da pannelli o proiezioni realizzati in tecnologia digitale, che riporteranno foto, immagini, testi e documenti.