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Asiago 9 Giugno - 25 Novembre 2012
I CAPOLAVORI DELL’ARTE: REMBRANDT, DALÌ, PICASSO, CHAGALL ED I VENETI DALL’OCA BIANCA, CIARDI, LUIGI NONO, FAVRETTO, BORSATO, VEDOVA
Museo “Le Carceri” – Asiago (VI)
La Pro Loco Asiago e Sasso in collaborazione con il Comune di Asiago sta organizzando per il periodo giungo-novembre 2012 presso il Museo Le Carceri la mostra “I Capolavori dell’Arte – Rembrandt, Dalì, Picasso, Chagall ed i Veneti Dall’Oca Bianca, Ciardi, Luigi Nono, Favretto, Borsato, Vedova”.
Oltre cento opere di artisti di livello internazionale che, partendo dalla revisione esecutiva fiamminga di Rembrandt e dei vari filoni coevi, va a cogliere dal XVIII secolo ai giorni nostri le interpretazioni pittoriche e della scultura che si sono avvalse, proprio grazie al rinnovamento tecnico dei Maestri delle Fiandre.
Curata dal critico Giorgio Barberis (Direttore di Compartimento Universitario dell’Accademia di Belle Arti di Cuneo), in collaborazione con gli esperti di settore Luca Barsi, Maurizio Tiscione, Roberto Tatò, il perito d’arte del Tribunale e della Camera di Commercio di Cuneo Piero Senesi, il Pittore Marco Gas e l’esperta grafica Monica Rachele Milani la rassegna si presenta ricca di oltre 100 inediti capolavori provenienti da ricche collezioni private (quadri, sculture e grafica). Ospitati, nelle storiche sale del Museo “Le Carceri” di Asiago, gli stessi prevedono un nucleo iniziale dedicato alla pittura fiamminga per far conoscere allo spettatore quanto questa si sia rivelata importante nell’evoluzione artistica dei secoli seguenti. Infatti i colori ad olio, conosciuti dall'antichità e utilizzati sicuramente nel Basso Medioevo, avevano alcuni difetti: si stendevano male, e rischiavano di alterare la cromia desiderata. I fiamminghi nel XV secolo perfezionarono questa tecnica di pittura, rendendola adatta alle sfumature: siccome i colori asciugavano molto lentamente era possibile procedere a successive velature, cioè strati di colore traslucidi e trasparenti, che rendevano il dipinto brillante e lucido, permettendo di definire la diversa consistenza delle superfici fin nei più minuti particolari. Ma l'uso del legante oleoso non può spiegare da solo la rinascita artistica fiamminga legata alla luce ed al suo manifestarsi sulle più diverse superfici, infatti certi esiti si riscontrano anche in opere prodotte con tecniche diverse, come le miniature. Gli studi condotti durante il restauro del Polittico dell'Agnello mistico hanno permesso di chiarire le circostanze tecniche con cui le migliori opere fiamminghe vennero prodotte. Innanzitutto il pittore, sull'imprimitura bianca, tracciava un disegno sommario e suscettibile di variazioni, con un abbozzo del modellato. In seguito stendeva una tinta di base che rappresentava il colore medio delle tinte, sulla quale iniziava a stendere il chiaroscuro. Ogni figura veniva quindi ripresa con strati successivi di velature lievemente chiaroscurate, in numero e spessore assai variabili a seconda degli effetti desiderati. E proprio questo diventa il tema centrale della rassegna: cioè lo spiegare in modo tecnico e museale come, a partire dall’osservazione delle opere cinquecentesche dei Fiamminghi, si sia potuti giungere ai risultati tecnico-cromatici degli esponenti della pittura veneta e non del 7/800 sino ad arrivare ai maggiori dell’800 quali Boldini, Segantini, Zandomeneghi, Dall’Oca Bianca, Luigi Nono, Favretto, Bison, Borsato, Grubacs, Moja, Caffi, Ciardi, Fragiacomo e pittori meno conosciuti che hanno comunque potuto perfezionare il loro ductus grazie all’innovazione cinquecentesca che, abbandonata in genere dai rinascimentali e dai neoclassici, è stata ripresa dagli artisti operanti dopo la Rivoluzione francese. Non possono mancare quindi, in quest’ottica, anche lavori di Picasso, Carrà, Balla, Severini, Chagall, Dalì, de Chirico, Morandi, Guttuso, De Pisis, Casorati, Fontana, e, naturalmente, dei grandi esponenti dell’arte del periodo delle Avanguardie Storiche quali Russolo, Depero, Dudreville, Marussig, Mainolfi, Vedova, Afro, Music, Guidi, Crippa, Rotella, Spazzapan, Hartung Fillia, Rossi ed altri; tutti i più importanti protagonisti della musa dimenticata dei due secoli trascorsi. Dal vedutismo al cubismo allo spazialismo, con parentesi dedicate alla pop-art ed alla op-art oltre 100 opere raccontano gli anni decisivi del mutamento artistico tra ‘800 e ‘900 sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello “linguistico”. I lavori proposti in rassegna, grazie alla sensibilità e disponibilità dei collezionisti, sono stati attentamente selezionati in ordine alla loro particolare valenza artistica e storica: ne è testimonianza il nutrito curriculum espositivo e bibliografico presente in mostra, integrato da 2 video esplicativi (uno su grande schermo), da un nutrito catalogo-guida e da esplicazioni grafiche dedicate ad ogni settore. Un evento di eccellenza che vuole offrire al pubblico, nonchè a studiosi, esperti ed ai giovani utenti che si avvicinano a questo mondo di segni e colori, la possibilità di vedere riunite in un’unica rassegna le più significative evoluzioni storiche dell’arte occidentale. La mostra si snoda attraverso un percorso scientifico che vuole mettere in luce, nei propri tratti fondamentali, la genesi dei movimenti artistici nazionali ed internazionali. Nucleo centrale, oltre ai Fiamminghi, i Grandi come Zandomeneghi, Ciardi, Picasso, Kokoscha e via dicendo i quali, partendo dal figurativo e dall’analitico, hanno ritrovato un certo equilibrio nell’uso del colore per proseguire con ricerche personali di forte impatto per il futuro dell’Arte.
Una sezione specifica viene poi dedicata agli esponenti del Futurismo (che nel Veneto trovò terreno estremamente fertile) del romano “Gruppo Forma 1”, naturale conclusione degli influssi derivati dai grandi Maestri del primo ‘900, al recente gruppo della Transavanguardia ed agli artisti più in voga dell’ultima generazione veneta e ad autori nazionali quali Nespolo, Nunziante, Baretta Politi, Sismonda, Gas ecc. Una proposta effettivamente museale per rileggere la Storia dell’Arte sotto tutti gli aspetti.