Il terreno carsico dell'Altopiano, per la sua scarsità d'acqua, non consente una grande varietà di coltivazioni. Una delle felici eccezioni è rappresentata dalle patate, che si coltivano in particolare a Rotzo, il più piccolo e antico Comune dell'Altopiano di Asiago.
Le piantagioni si trovano in una località bellissima di Rotzo, chiamata la campagna, che al momento della fioritura delle piante diventa un vero spettacolo.
La “patata di Rotzo” ha un’antica tradizione agricola, data dal fatto che il tubero ha trovato nei prati, boschi e nel clima della zona un contesto ambientale ideale per esaltarne le qualità organolettiche.
La prima testimonianza documentale che attesta della coltivazione del tubero nella zona di Rotzo risale alla fine del 1700, nel volume “Memorie storiche dei Sette Comuni Vicentini” scritto dall’abate Agostino Dal Pozzo ed edito dal Comune di Rotzo nel 1820.
L’antica varietà non è più coltivata, ma la produzione odierna è ancora molto apprezzata. La proverbiale bontà di queste patate di montagna deriva da un concorso di elementi ambientali: suolo di struttura ideale; inverni rigidi che neutralizzano molte malattie; estati fresche e asciutte, che favoriscono al meglio la fruttificazione. La maggiore concentrazione di amidi che ne deriva contribuisce a dare al prodotto qualità uniche e inconfondibili.
Le varietà coltivate sono: la Bintje, la Desirèe, la Spunta, la Monalisa e l’Alba che sono tutte patate a pasta bianca o giallo-chiara e a buccia bianca o rossa.
Il tradizionale piatto locale preparato con la “patata di Rotzo” è la polenta “considera”, da mais bianco, a cui vanno aggiunte le patate lessate, farcita di burro e un pizzico di cannella, da accompagnare al formaggio mezzano e alla soppressa.
Prodotto di nicchia, coltivato da poche piccole aziende, si può acquistare durante la festa della patata o presso i rivenditori della zona, nei mesi autunnali.